Lo scorso Natale, Stéphane Hessel, un anziano di 93 anni, ex partigiano francese, ex diplomatico di alto livello e membro del comitato di redazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, pubblica un breve pamphlet intitolato “Indignez-vous”. 32 pagine, 3 euro. Sembra una robina da niente. Invece è il caso letterario dell’anno, superando in vendite perfino la star Michel Houellebecq.

Stéphane Hessel, cosciente di appartenere al passato, parla ai giovani. Dice che per molti motivi, anche se non facilmente percepibili, la situazione oggi è simile a quella che ha portato la sua generazione a ribellarsi contro il nazifascismo.
La Palestina prima di tutto. Violando così la regola ormai imposta negli ambienti politici “per bene” secondo la quale essere contro le pratiche dello Stato israeliano equivale ad essere antisemita, Hessel, ebreo non sionista, eleva le sofferenze del popolo Palestinese a di simbolo di tutte le oppressioni e ricorda l’ingiustizia di base sulla quale fu creato lo Stato israeliano e ricorda il diritto dei profughi palestinesi a tornare a “casa”.
Le ingiustizie economiche, il diktat della finanza, la perdita di credibilità della politica, la perdita delle conquiste sociali anche nei Paesi abbienti e la situazione disastrosa dell’ambiente sono grosso modo i motivi principali per indignarsi, secondo il veterano Hessel. Tutti motivi che portano la necessità di una insurrezione generale. Ma di una insurrezione, si augura l’anziano, nonviolenta. La violenza è contro la speranza, la nonviolenza è speranza. «Creare è resistere. Resistere è creare». A questo libro si ispirano molte proteste di giovani attraverso l’Europa.

Edizione Italiana: Stéphane Hessel, Indignatevi!, ADD Editore, 2011. Pp. 64, € 5.00