16/04/2009 – Il punto sul risultato delle ultime elezioni, che segnano l’inizio del terzo mandato per il presidente algerino.

Il ministro Zerhouni ha annunciato i risultati ufficiali delle presidenziali 2009, in una conferenza stampa tenuta il 10 aprile 2009 all’albergo El Aurassi di Algeri. 74,50% sarebbe la percentuale di partecipazione, mentre il candidato Bouteflika avrebbe raccolto 90,24% dei consensi.

Ad Algeri gira la barzelletta che questo risultato è una vera sfida lanciata al vicino Zinelabidine Benali che già promette di fare meglio alle prossime presidenziali in Tunisia. C’è un proverbio cabilo che dice: “Se devi peccare, maledetto per maledetto, almeno pecca per bene e traine il massimo godimento”. Questo doveva essere il motto di Bouteflika e dei suoi uomini in queste ultime elezioni presidenziali. Il gioco era stato denunciato da tutti come truccato in partenza. Tutti i concorrenti seri si sono astenuti dal partecipare alle elezioni. Tutta l’opposizione reale si è schierata in un largo fronte anti elezioni-truffa. Nemmeno i candidati-comparse hanno potuto negare l’evidenza e alcuni hanno dichiarato apertamente di sapere che le elezioni saranno truccate ma che a loro interessa solo usare l’opportunità della campagna elettorale per parlare al pubblico e far passare le loro idee… Era talmente ovvio a tutti che il regime di Algeri ha deciso di farlo ben bene. È tornato ai risultati stile anni ’70, quando i signori ultra-liberali dell’Algeria di oggi erano l’avanguardia socialista di allora.

74,50 % di partecipazione. Meglio di tutte le altre elezioni dal 1989 a oggi in Algeria. Meglio di quando Bouteflika rappresentava la speranza di un ritorno della pace e che fu votato in massa da tantissimi. Il consenso a favore del presidente Bouteflika invece sarebbe, secondo i numeri presentati dal governo, di 90,24%, cioè più di 12 milioni sui 15 milioni di votanti ufficiali. Elegante come sempre, il titolare del ministero degli affari interni e della sicurezza nazionale – ormai da più di 15 anni – è arrivato sorridente alla sala conferenze dell’albergo El Aurassi e ha affrontato la stampa nazionale e internazionale con la scioltezza che gli è abituale. In un arabo classico degno di un alunno di terza elementare laborioso ma leggermente dislessico, ha letto lentamente il comunicato ufficiale. Poi si è dilungato in dettagli tecnici sugli aggiornamenti delle liste elettorali e sull’organizzazione delle elezioni. Ricorrendo al francese ogni volta che c’era da spiegare qualcosa di un po’ più complicato.

Dopodiché ha risposto ad alcune domande e ha spiegato che, secondo lui, le ragioni dell’elezione del presidente con un risultato così folgorante sono da ricercare nelle grandi opere compiute da quest’ultimo e nel fatto che la popolazione algerina è matura e dotata di spirito civico e non ha dato retta ai “disturbatori” che hanno cercato di sabotare l’andamento democratico, normale della vita politica algerina. Facendo riferimento al fronte anti-elezioni. Alle inevitabili domande sulla frode, Zarhouni, ha scansato il problema con il rovescio della mano e ha dichiarato che erano tutte accuse senza nessuna base, che l’opposizione non ha presentato nessuna prova per le loro accuse e che anche se ci fossero state delle irregolarità in pochi uffici elettorali sarebbero comunque numeri irrilevanti, non in grado di mettere in dubbio tutto il processo.

L’opposizione, compresi i candidati alle elezioni, invece parla di numeri di partecipazione molto più bassi, comunque inferiori ai 35-40 %. Mentre si moltiplicano segnalazioni di frodi, pressioni, operazioni di riempimento delle urne e repressione contro ogni voce di dissenso. Inoltre la giornata elettorale è stata turbata da vari atti di violenza, scontri tra sostenitori del presidente e altre forze politiche, tentativi di sabotaggio di seggi elettorali e alcuni attentati contro convogli che trasportavano le urne verso i centri di conteggio. In uno dei quali sarebbe deceduto un poliziotto.

Le elezioni sono vinte. I giochi sono fatti. Ma le elezioni presidenziali del 2009 in Algeria hanno mostrato un regime più lontano che mai dal suo popolo. Arrogante e strafottente. Conoscendo il popolo algerino, questo non preannuncia niente di buono. I prossimi mesi saranno probabilmente caldi, molto caldi, ma non sarà solo colpa del sole. Mentre continuano i partiti e le associazioni a tentare, invano, di denunciare di fronte al mondo le pratiche di Bouteflika e del suo regime, da tutte le nazioni arrivano, indirizzati a quest’ultimo, messaggi di congratulazioni e di solidarietà da parte dei suoi colleghi, pieni di auguri per future fruttuose cooperazioni.