In questa fredda domenica di gennaio Piazza della Repubblica è molto triste. Gira poca gente e gli spazi mercatali sono invasi dalle auto… Il timido sole invernale che fa finta di riscaldare l’atmosfera non riesce nemmeno a far sudare i cumuli di neve sporca e coperta di detriti che giacciono di qua e di là. Alcuni pusher all’angolo di via Cottolengo saltellano per riscaldarsi in attesa di un qualche cliente. Più in alto, verso Corso Regina, i piccoli gruppetti di irriducibili del mercato abusivo della domenica cercano disperatamente di rifilare qualcosa ai rari curiosi che hanno disertato i grandi centri commerciali riscaldati per vedere cosa offre l’outlet dei poveri. Dentro la tettoia dei contadini il gruppetto di Giovannin e dei suoi amici è in piedi in silenzio intorno ad uno dei pilastri della struttura d’acciaio.
Qualcuno beve una birra rimediata da non si sa dove, Un altro fuma nervosamente. Anche Giovannin (che di solito non sorride quasi mai ma ha sempre quella aria serena di chi non si lascia più sorprendere da nulla) sembra contrariato. L’aria è pesante. Si vede che è appena cessata una discussione molto violenta.
Rafiq stava raccontando dell’ultima manifestazione organizzata a Porta Palazzo a favore della popolazione di Gaza. Narrava di come gente di tutte le provenienze si sono incontrate e manifestato insieme con tanta rabbia ma senza eccessi. Poi si è messo a narrare di come la Rai regionale ha preso cura di far vedere soltanto manifestanti visibilmente nordafricani e persone a volto coperto che hanno bruciato un lenzuolo con i colori della bandiera israeliana.«Per far credere che non c’era “gente per bene” ma soltanto i soliti “extracomunitari” e i loro amici “anarco-insurrezionali”.» Ha sottolineato come giornali e personalità che hanno spiegato che era normale usare fosforo bianco in mezzo ai civili si sono indignati a morte per un lenzuolo bruciato… E mentre parlava tutti ascoltavano annuendo. Solo che verso la fine del racconto Stefan interviene e dice: « Certo. Sono loro che controllano l’informazione in tutto il mondo! »
« Loro, chi? » intervenne Giovannin.
« Gli Ebrei, ovviamente! »
« Ma non dire fesserie, Stefan! »
« Certo. Gli Ebrei! E chi vuoi che siano allora?” rispose Stefan con aria di chi si chiede come si può essere così ingenui. Poi aggiunse scuotendo la testa “e tu credi che aveva torto Hitler quando ha fatto quello che ha fatto? »
E’ a questo punto che il vecchio piemontese perse la sua proverbiale pazienza.
« Vuoi sapere quello che credo io? » si esclamò saltando in piedi e alzando notevolmente la voce. « Credo che tu stia dicendo delle cazzate! Credo che tu stia insultando innanzitutto la tua propria intelligenza, ripetendo queste “verità” da cinque soldi. Credo che non puoi un giorno lpiangere per i pregiudizi di cui sei vittima e il giorno dopo farne uso nei confronti degli altri! »
« Pensi che la rabbia per l’ingiustizia ti autorizzi a commetterne altre? Degli Ebrei Ieri hanno subito, altri ebrei oggi fanno subire. Se questo prova qualcosa, prova soltanto che sono umani. Come me e come te! Come te, coloro tra gli israeliani che stanno facendo questa cosa, non si sono liberati dalla logica della generalizzazione, dalla logica delle appartenenze, del “Noi” e “Loro”! Non ti rendi conto che, dicendo questo, sei semplicemente nella stessa logica distruttiva del nazista o dell’integralista sionista o islamista che uccide un innocente solo perché sarebbe uno di “Loro”!»