ScreenHunter_03-Jan.-29-11.44.gifChiamparino, in una dichiarazione alla stampa sulla manifestazione del 23 gennaio 2010 in Valle di Susa ha detto: “ E’ una grande manifestazione di minoranza…”

Questo messaggio che vuole che le migliaia di persone che hanno sfilato in Valle sfidando freddo, neve e campagne di stampa e schieramenti di forze dell’ordine degni del Cile “Pinochiano”, sono solo una piccola minoranza. La maggioranza, secondo lui, invece è rappresentata da quel centinaio di politici, impiegati, porta borse, giornalisti di corte, pseudo esperti (esperti nel confermare sempre la versione dei padroni) imprenditori, cementificatori, palazzinari, appaltatori e subappaltatori di tutto e di niente (…)

Ebbene io credo che il nostro caro sindaco abbia ragione, come sempre. Ha ragione lui. La maggioranza sono loro. Da quando il mondo è mondo, la maggioranza sono i ricchi e i potenti. Micca la gente del popolo.

È maggioranza chi detiene il potere del denaro, delle armi, dei servizi di sicurezza (e anche di quelli d’insicurezza), dei servizi segreti (quelli ufficiali e quelli informali) dei mass media. É maggioranza chi ha il controllo dell’informazione e quindi della storia. È maggioranza chi è talmente potente che non ha più bisogno di consenso popolare per regnare. Intanto si può comprare tutti i candidati che vuole. È maggioranza chi è forte e unito come sanno essere i padroni del mondo non chi è numeroso ma diviso come troppo spesso sono i poveri.

Sono loro la maggioranza nonostante non siano riusciti nemmeno a riempire la calduccia e comoda sala del Lingotto. Sono loro la maggioranza nonostante chi sta dalla loro parte lo fa perchè è strapagato o ha qualche interesse in gioco. Sono maggioranza perchè la loro voce si alza più spesso e arriva più lontano.

Mentre in Val susa chi c’era? Qualche migliaio di poveracci, un po’ di contadini, un po’ di operai a rischio disoccupazione, forse anche qualche cassintegrato, un po’ di studenti, un po’ di piccoli commercianti, qualche prete indisciplinato, qualche ragazzo dei centri sociali (sempre loro), qualche anarchico (o meglio anarco-insurrezionale), qualche famigliola con bambini, qualche esperto senza soldi, qualche ricercatore precario, qualche artista ignorato dal dio TV, qualche intellettuale che non si è accorto che il 68 è finito da tempo… insomma un mucchio di pecore smarrite. Niente di più. E quando mai il progresso si è fermato per ascoltare qualche pecora smarrita?ScreenHunter_01-Jan.-29-11.36.gif

I “No-Tav” erano qualche migliaio. Forse 20.000 come ha detto la questura, forse 40.000 come hanno dichiarato gli organizzatori. Ma comunque erano decine di migliaia. Hanno pagato la trasferta di tasca loro. Hanno sfidato il freddo polare. Hanno portato da bere e da mangiare e l’hanno condiviso tra di loro. Hanno suonato musica, cantato e ballato.

I “Sì-Tav” hanno preferito il caldo del complesso del Lingotto. Non sono riusciti a riempire le 500 comode poltrone che offriva la sala (e magari avranno offerto anche un buffet alla fine della conferenza con cattering) pagati con denari pubblici. Si saranno spostati con auto di sevizio, hanno mobilitato per la loro quiete e sicurezza centinaia di uomini delle forze dell’ordine pubblico.

I “No-Tav” hanno sfilato all’aperto e avevano le guance rosse per il freddo (e qualcuno forse per un grappino di troppo).

I “Sì-Tav” hanno scelto la comodità e il caldo e se qualche guancia rossa c’era in sala, sarà stata di qualche giovane stagista, aspirante porta borse o segretario di assessore, che per un attimo si sarà vergognato/a di essere lì.