Il 23 novembre 2009, un giornalista iracheno, Imad Al Ebady, subiva un tentativo di omicidio, in pieno giorno, nel Centro di Baghdad, non lontano dalla protettissima Zona Verde.

Uno dei tanti atti di violenza che martoriano quotidianamente il popolo iracheno? sicuramente sì. Ma il tentato omicidio di Imad ha qualcosa in più. Qualcosa che da quasi la certezza che si tratti di un omicidio di stato.

I 3 colpi sparati nella sua direzione, mentre era in macchina, sono sicuramente opera di professionisti. Le loro pistole erano dotate di silenziatori, e i tre colpi sono stati molto precisi e l’hanno preso alla testa, al collo e al petto; ferendolo gravemente. Ora, salvo per un vero miracolo, si trova in ospedale a lottare tra la vita e la morte.

Imad Al Ebady è presentatore di un programma politico su un canale televisivo via satellite: Al-Diar. Il suo programma è conosciuto per la sua impertinenza e la sua dura critica nei confronti del governo iracheno. Ma sembra che l’attentato sia dovuto ad una serie di dichiarazoni pubbliche e poi soprattutto ad un suo articolo-denuncia pubblicato su una testata online: “Itijahat Hurra”, tendenze libere (http://www.itjahathurra.com). Un articolo che è stato molto letto e discusso sul web, e in cui ha denunciato l’esistenza di vere e proprie forze armate che operano sul territorio nell’oscurità più totale. Formazioni militari direttamente sotto il controllo del primo ministro e di cui il parlamento iracheno non osa nemmeno discutere. Figuriamoci instaurare commissioni di controllo. Imad ha denunciato fermamente l’esistenza di queste formazioni completamente anticostituzionali e ha chiamato al loro scioglimento.

La risposta ( probabilmente di queste stesse forze) non si è fatta aspettare.

Niente può spiegare meglio l’entità del problema denunciato da Al Ebady e niente può rendere meglio omaggio al suo coraggio della lettura dell’articolo scritto da lui stesso.

Eccone la traduzione.

Istituzioni anticostituzionali nello stato di diritto -Articolo di Imad Al Ebadi –

Migliaia di autobombe, e tonnellate di cinture esplosive e di cariche esplosivi vari hanno colpito l’esperienza democratica nel nuovo Iraq. Milioni di figli del nostro popolo hanno pagato e continuano a pagare una fattura molto cara per questo cambiamento e per questa nuova esperienza, nella speranza di godere poi di uno stato libero, democratico, civile e moderno. Uno stato di istituzioni e di cittadinanza, in cui il potente non mangia il debole. Uno stato dove una persona unica o un partito unico non possono prendere la guida del paese e del popolo per portarli dove gli pare…La speranza di godere di uno stato che protegge la libertà di stampa e la libertà di espressione. In cui il popolo ha per guida la costituzione e le istituzioni democratiche e non un condottiero con la sua famiglia, la sua tribù, le sue organizzazioni segrete e i suoi consulenti…

La nostra costituzione ha descritto le istituzioni militari e di sicurezza pubblica della Repubblica con molta chiarezza. Ma oggi siamo stupiti nel constatare l’esistenza di quattro formazioni di sicurezza non citate nella nostra costituzione, e non nominate dal parlamento e alle quali nessun budget è stato votato. Formazioni indagano, arrestano persone, compiono operazioni militari e di polizia in nome dello stato.

Queste quattro formazioni sono:

1. Battaglione Baghdad. Questa formazione anticostituzionale assomiglia in tutto alla famigerata “Guardia Repubblicana” del periodo del vecchio regime,

2. Servizio Antiterrorismo. Formazione anticostituzionale, assomiglia ai “Fidayin Saddam” del vecchio regime,

3. La Commissione di Sicurezza del Consiglio dei Ministri. Istituzione anticostituzionale. Assomiglia ai “Servizi di Sicurezza Personale” del vecchio regime.

4. Unità Operativa Baghdad. Formazione anticostituzionale, assomiglia al “Comando di Difesa di Baghdad” del vecchio regime.

Il buio che circonda queste formazioni militari e di polizia è un grave pericolo. Reso ancora più grave dal silenzio del parlamento su queste questioni e dall’assenza di qualsiasi commissione di sorveglianza sulle loro attività, sapendo che il parlamento è la prima istituzione incaricata della difesa della costituzione. Così come nessuno protesta su queste gravi violazioni o pone almeno qualche domanda sul conto di queste formazioni anticostituzionali.

Ed è del nostro diritto chiederci qui, come si permette il primo ministro, Nouri Almaliki, che è stato tra coloro che hanno scritto questa costituzione e tra i simboli di questa esperienza democratica, di violare la costituzione? Lui che si è presentato alle elezioni alla testa di una coalizione nominata “Alleanza per lo Stato di Diritto”. Questo in più del fatto che esiste un Ministero di Stato per le questioni di Sicurezza. Un Ministero di Stato previsto nella costituzione ma con un numero di personale non superiore a sedici (16) funzionari. Mentre nella realtà conta ormai diverse decine di migliaia di funzionari e ha aperto sedi in tutte le province e in diverse sotto-preffetture e comuni…

Noi vi impegniamo a rispettare ciò che vi siete impegnati a rispettare. Voi parlate della Costituzione e noi vi richiamiamo alla Costituzione stessa che è stata accettata da milioni di figli di questo popolo. Ma nello stesso tempo, proprio perché abbiamo adottato questa Costituzione, ci siamo dati il diritto di non permettere a nessuno di prendere alla leggera ciò che è scritto nei suoi paragrafi e nei suoi articoli.

I figli e i padri di quelli che sono stati smembrati dalle autobombe, come le mogli e i fratelli di quelli che sono stati decapitati e di quelli uccisi con una pallottola, in mezzo alla piazza pubblica o in un qualche angolo nascosto, con o senza silenziatore, così come quelli costretti con la forza a lasciare le proprie case… tutti questi, e con loro tutti i figli di questo popolo che ha pagato caro questo cambiamento, rifiutano ogni violazione della Costituzione e ogni allontanamento dalla via della democrazia, e avvertono tutti coloro che hanno l’ossessione della poltrona, o che sono sedotti dal potere e dai suoi privilegi e dicono: La Costituzione è nostra guida e maestra, nonostante i suoi limiti e i suoi difetti. E il premier, i ministri, i parlamentari e tutti i funzionari dello stato sono impiegati del popolo. Prendono i loro stipendi dalle nostre tasche -I soldi pubblici- per compiere un servizio di pubblico interesse. E quindi sono nell’obbligo di astenersi e di rispettare la Costituzione nel dire e nel fare. Mentre non vogliamo solo slogan e polemiche vuote in nome della Costituzione. Così come non accettiamo e ci sentiamo minacciati dal fatto che si violi la Costituzione alla luce del giorno e si costituiscano istituzioni fuori dal suo controllo.

La costituzione di questi corpi anticostituzionali merita di essere meditata e dibattuta, così come deve essere sottomessa ad indagini ed accertamenti. Così come bisogna impegnarsi oggi ad indagare e a fermare ogni pratica anticostituzionale. Subito!

L’articolo in lingua araba si può leggere in questa pagina:http://www.itjahathurra.com/politic/imadibadi_Institutions%20unconstitutional.htm